lunedì 30 maggio 2016

Addio Maestro... e grazie!!!

L'uomo che più di chiunque altro ha segnato la mia vita, gli ha dato, non tanto una direzione perchè poi l'attrice non ho continuato a farla, ma una impostazione, un sapore e un'impronta di passione è stato Giorgio Albertazzi.
Per me era un Amico, un Maestro, una sorta di Padre Interiore... la persona a cui chiedevo consiglio nei momenti più difficili della mia giovinezza e adolescenza, colui che sapevo che c'era e finchè c'era potevo contare su di lui.
Adesso non c'è più e mi mancherà.


Conobbi Giorgio per caso, all'età di 14 anni. Ero andata a teatro con mia madre e le mie sorelle a vedere l'"Enrico IV" di Pirandello e dopo lo spettacolo il protagonista si era intrattenuto per un po' con il pubblico in sala. Come succede in alcune favole, il grande attore mi vede e subito resta colpito da me.
Mia madre, donna volitiva e intraprendente, invita l'intera compagnia a cena per la sera successiva e inaspettatamente Giorgio accetta a nome di tutti.
Non sono alla fine venuti tutti ma lui si, insieme a due giovani attori della compagnia teatrale.
Durante questa prima, emozionantissima cena, Giorgio mi chiede se mi piacerebbe lavorare con lui.
Si, è successo così... ne' più, ne' meno!
Ho il viso, la grazia, la delicatezza, la voce e il fisico perfetto per una parte nel suo prossimo spettacolo. Sta giusto cercando una ragazzina come me, bionda, minuta e delicata...
Come in un sogno accetto!
Un mese dopo volo a Roma per il provino. Si, è vero che lui è un grande attore, importante e famoso ma l'ultima parola spetta al regista.
Il regista è felicissimo. Presa!!!
Si era nel mese di febbraio. A giugno, a Roma, al Teatro Giulio Cesare cominciarono le prove.
La compagnia era immensa, 18 solo gli attori, un numeroso gruppo fra elettricisti, tecnici, sarte, personale amministrativo... insomma un carrozzone immenso che mi affascinava.
Alloggiavo nello stesso Residence di Giorgio, ai Parioli, e avevo la stanza accanto alla sua.
Di notte lo sentivo lavorare. Sembrava non dormisse mai.
In quel periodo stava scrivendo la sua autobiografia, "Un perdente di successo", e il ticchettio della macchina da scrivere mi accompagnava tutte le sere in un mondo di sogni fatto apposta per una ragazzina come me.


La copertina del libro è infatti una foto di scena dello spettacolo che stavamo preparando: il "Riccardo III" di William Shakespeare.
Ricorderò sempre la mia prima prova sul palcoscenico. Il copione enorme tenuto in mano, le mie battute evidenziare in arancione, le gambe che tremavano. Mi sentivo piccola piccola in uno spazio vuoto così immenso, piccola e sola. Il regista da il via e per l'emozione e la tensione il copione mi cade e tutti i fogli si sparpagliano sul tavolato. Tutti i presenti si mettono le mani nei capelli: porta male, porta male (gli attori, sapete, sono molto superstiziosi!). Ero imbarazzatissima ma Giorgio, sul palco pure lui, si accovaccia accanto a me e mi aiuta a raccogliere i fogli, poi mi dice calmo: Adesso sbatti il copione tre volte sul pavimento. Ecco, adesso porta bene!!!".
La prima assoluta dello spettacolo è a luglio, in occasione della stagione estiva del Teatro Romano di Verona.


Giuro, la sera della prima avevo voglia di scappare. Tutto mi sembrava troppo grande per me.
Che ci facevo io in quel teatro, accanto ad un attore tanto famoso? Mi tremavano le gambe. Pensavo: tanto la mia parte non è essenziale, possono fare anche senza di me... Un piccolo taglio e via!!!
Ma sono rimasta, affrontando la mia timidezza, il terrore di dimenticare le battute e la paura di tutti quegli occhi che mi guardavano attenti.
Quella sera ho raccolto gli applausi rivolti a me, a me sola, con una gioia che mi faceva scoppiare il cuore. Giorgio, nei minuti dedicati agli applausi, mi ha preso la mano e mi ha accompagnata in mezzo al palcoscenico. La più giovane della compagnia al suo debutto assoluto!!!
Un inizio alla grande!!!
Dopo Verona ci siamo tutti trasferiti in Sicilia per la stagione estiva del Teatro Greco di Taormina. Spettacolare quel teatro ed emozionantissimo recitare li.


Nei vari spostamenti, essendo io minorenne, mi accompagnava mia madre.
Durante il giorno si andava in spiaggia a fare il bagno, poi si pranzava quasi sempre tutta la compagnia insieme e la sera, dopo lo spettacolo, si andava fuori a cena e si restava a chiacchierare fino a tardi. Forse non era la vita ideale per una ragazzina della mia età, ma l'arricchimento che ne ho ricevuto è stato incommensurabile. Quell'estate ho conosciuto Bianca Toccafondi, Anna Proclemer, Vittorio Gassman, Massimo Troisi ed Enrico Maria Salerno. Con Troisi, in particolare, ci ho passato parecchio tempo!
A metà agosto sono ritornata a casa, con la prospettiva però di una intera tournee in giro per l'Italia che sarebbe incominciata all'inizio di ottobre.
A Ottobre il carrozzone è ripartito da Arezzo e da li siamo andati dappertutto, per quasi un anno intero. Non sempre mia mamma mi poteva accompagnare e così mi aveva affidato ad un'attrice della compagnia. Ma a Firenze, siccome Dorotea non poteva tenermi perchè era lei stessa ospite da amici, sono stata affidata a Giorgio. Per tre settimane mi ha fatto da padre!
Dove andava lui, andavo anche io. Mi gonfiavo di orgoglio quando, in giro per la città o nei ristoranti, lo fermavano per un autografo e io ero li, con lui... Quando era invitato da qualcuno, ci portava anche me. In quel periodo ho fatto e visto cose e persone pazzesche, ma non me ne rendevo conto perchè ero una ragazzina e molte cose non le sapevo.
Per farvi un esempio: un giorno a mezzogiorno Giorgio mi chiama e mi dice che saremmo andati a pranzo con uno scrittore. Va bene, mi preparo. Prendiamo un taxi, solito tassista che fa i complimenti, Giorgio che mi presenta come sua pupilla... Arriviamo al ristorante dove, in un tavolino un po' in disparte nella sala ci aspetta un uomo anziano, cordiale e gentile.
Insomma, ho pranzato con Giorgio Albertazzi e Mario Luzi.... vi rendete conto?


 La tournee è davvero lunga; 230 repliche, decine di città, sempre la valigia in mano, ma io mi diverto. E' un mondo nuovo per me e, almeno nei primi mesi, la nostalgia non mi assale.
Ma poi, a poco a poco, sento il bisogno di stare con mio padre, con le mie sorelle, con il mio cane e i miei gatti... comincio a sentire il bisogno di un focolare, di radici... Capisco di essere un albero e che forse quella professione non fa per me! Ma per il momento questo pensiero lo tengo stretto nel mio cuore.
Ogni sera resto dietro le quinte a bere ogni battuta come un unguento... osservo il mio Maestro fare ogni sera la stessa cosa eppure è ogni sera diversa. Sembra che nessun'altro si accorga della sua immensa bravura, forse abituati, forse assuefatti. Come si fa ad assuefarsi al genio???
Ed io sono li, accanto ad un Attore vero.


Avevamo un paio di scene insieme. Io facevo la parte di sua nipote (ma non andate a cercare sul testo... la mia parte è stata ampliata e in pratica "inventata" dal regista e da lui) e in una scena in particolare Riccardo III insegna alla sua nipotina preferita a tirare di scherma.
Quella sera, non ricordo in che città fossimo, Giorgio si accorge che in terza fila un signore, gettata la testa all'indietro, dorme della grossa. Interrompe la lezione di scherma, mi prende per mano e mi accompagna al proscenio. Mi indica l'uomo, mi guarda e mi dice: "Lo svegliamo?". Io furbetta e cattivella gli rispondo: "Si, svegliamolo!!!". Come pazzi scatenati cominciamo a saltare e urlare e il poveretto salta sulla sedia svegliandosi di soprassalto.
Alla fine dello spettacolo, nei camerini, io ancora eccitata per l'accaduto, Giorgio viene da me e mi dice: "Brava, sapevo che con te una cosa del genere potevo farla. Sei una vera attrice!".


E' stato un anno duro e faticoso. Non solo lo spettacolo tutte le sere, gli spostamenti e il resto... ma anche studiavo per poter poi dare gli esami da privatista a giugno. Ho fatto tutto da sola.
Sono davvero orgogliosa per tutto quello che ho fatto in quell'anno (era il 1984!!!), non solo per la serietà e l'impegno che ho messo in quello che ho avuto l'onore di fare, ma anche perchè. diamine, avevo solo 15 anni ed ero lontana da casa, lontana dagli affetti e dal calore di una famiglia.
Per fortuna che c'era Giorgio, il mio dolce Padre Putativo per quell'anno.
A Milano, al Teatro Manzoni, la Tournee si esauriva.
Lo spettacolo non era più quello di Verona; con il tempo si era evoluto, era migliorato. Tutti eravamo cresciuti stando accanto ad un grande attore e uomo come Giorgio Albertazzi e i saluti, nonostante la mia grande voglia di ritornare a casa, sono stati molto dolorosi.
Al termine dell'ultima rappresentazione, Giorgio ha presentato al pubblico ad uno ad uno tutti gli attori della compagnia. Per tutti ha avuto una parola d'affetto e una battuta di spirito. Quando è arrivato a me, mi ha accompagnata in mezzo al palco e ha detto: "Questa è la mascotte della compagnia, è la più giovane. Quando ha cominciato era una ragazzina, adesso è un po' cresciuta. Ricordate il suo nome, perchè sentirete ancora parlare di lei".


Ho vissuto molte vite in questa vita, ho cambiato spesso strada e direzione ma sono sempre stata convinta che il periodo più bello, più intenso e più formativo l'ho vissuto in quello straordinario anno di lavoro con Albertazzi.
Ho continuato a frequentarlo e a sentirlo per molti anni, anche dopo. A lui ho confidato i miei dubbi quando a vent'anni sono tornata a Roma per tentare di nuovo la carriera di attrice, a lui ho confidato la mia natura arborea e il bisogno di radici e lui mi ha compreso anche se era dispiaciuto, l'ho consultato quando ho avuto dubbi sulla scelta dell'Università, mi ha consolata quando è morto mio padre... Quando mi sono fidanzata gli ho presentato Roberto e quando mi sono sposata l'ho invitato al matrimonio anche se lui, per motivi di lavoro, non è potuto venire.
Lui conosceva di me molte cose e credo, spero, mi volesse bene.
L'ultima volta che l'ho sentito al telefono sarà stato dieci anni fa circa, in occasione del suo matrimonio con Pia, poi non l'ho più sentito.
Per me era come fosse immortale e adesso che non c'è più mi è venuta a mancare una colonna.
Giorgio è stata la prima persona che abbia davvero creduto in me e nelle mie capacità, che mi abbia spinta ad eccellere in tutto quello che faccio e questa spinta mi è rimasta dentro. Se faccio una cosa voglio farla al meglio e questo me l'ha insegnato lui.
Conserverò per sempre questa foto con la sua dolcissima dedica: "A Franceschina, mia figlia d'arte".
Addio Maestro... e grazie davvero per tutto quello che mi hai dato.
Un bacio ovunque tu sia

Franceschina


lunedì 23 maggio 2016

La prima volta

C'è sempre una "prima volta"... per tutto.
Sabato è domenica vivrò per la prima volta l'esperienza di un "ritiro spirituale" di preghiera, yoga e meditazione. Non vedo l'ora!
Non sarò sola perchè con me ci saranno anche Giulia e Marinella, due mie compagne di Accademia ma dovremo lasciare a casa cellulari, computer, libri, dispense, distrazioni, problemi, paranoie e persone moleste per dedicarci completamente a noi stesse.
Immerse nel verde della campagna collinare, in un bellissimo agriturismo, coccoleremo la nostra anima e guariremo il nostro corpo emotivo attraverso il silenzio e l'introspezione.


Ecco il luogo!
Saremo guidate in questo percorso da Monica, la mia amica Naturopata e da una insegnante di yoga.
Dire che "non vedo l'ora" è poco; in realtà fremo d'impazienza.
Purtroppo non potrò partecipare all'INDEPENDENCE DAY di domenica. Quando ho deciso la data per la Giornata dell'Indipendenza Alimentare non potevo immaginare che sarebbe arrivata questa imperdibile occasione di crescita.
Ho sempre desiderato fare un'esperienza come questa e siccome da qualche tempo ho deciso che mi devo prendere tutto il meglio dalla vita, o almeno quello che per me è il meglio, che non devo lasciare più passare i treni senza afferrarli al volo e che per gli altri ho già dato un bel po' ed è arrivato il tempo per pensare a me stessa... ecco che mi prendo il meglio e afferro il treno.
Me lo merito!
Un abbraccio a tutti e... vi farò sapere come è andata

Francesca

P.S. Purtroppo non ho potuto fare la Benedizione Mondiale del Grembo per problemi familiari e quindi non ho nulla da raccontarvi in proposito. Peccato, ci tenevo tantissimo.

domenica 15 maggio 2016

La natura ciclica della donna


La donna è una creatura la cui natura è legata alla Luna.
Alla luna è legato il nostro ciclo mestruale. Capire le differenze che ci caratterizzano in ogni fase del nostro ciclo significa capire, gestire e scoprire i doni della nostra natura spirituale e della nostra creatività.
La prima volta che ho sentito parlare della natura ciclica della donna è stato a lezione di Nutrizione quando, parlando delle stagioni, l'insegnante ci disse che la donna vive le quattro stagioni praticamente 13 volte all'anno, ogni ciclo lunare. All'interno di quei 28 giorni c'è la primavera, l'estate, l'autunno e l'inverno. L'uomo invece segue il sole e quindi le sue stagioni sono solo 4 all'anno... ma viviamo in un mondo dominato dal maschio e non mi meraviglia che quasi tutti ormai ignorino questa realtà.
La seconda volta che ho sentito parlare di questa straordinaria, e per me assolutamente nuova, natura femminile è stato a lezione di Riflessologia quando Irvin, il nostro meraviglioso insegnante, ci ha suggerito la lettura di un libro: questo


L'autrice esplora in modo assolutamente privo di falsi pudori o di stupide vergogne il ciclo mestruale femminile e individua quattro momenti, quattro fasi: la fase della Vergine, la fase della Madre, la fase dell'Incantatrice e la fase della Strega. Noi donne, nell'arco di 28 giorni siamo tutto questo. Ad ogni ciclo rinasciamo come vergini (primavera), nel momento dell'ovulazione diventiamo protettive e materne (estate), abbiamo poi la fase in cui siamo incantatrici irresistibili (autunno) e infine, col sanguinamento, diventiamo streghe, capaci di vedere, ascoltare e sentire (inverno).
Il libro riscopre miti e leggende dell'antichità che ci fanno capire quanto questa natura ciclica femminile fosse ben nota un tempo e come tutto questo si sia perduto nell'oblio.
L'autrice ci esorta a riscoprire questa nostra natura, a riscoprire i nostri poteri, a conoscere senza vergogna i doni del ciclo mestruale e ad imparare ad usarli.
Nel testo è descritto anche come costruire il nostro personale disco lunare (una sorta di calendario personale da appendere al muro al posto del calendario di 365 giorni che non ci appartiene!!!) per individuare le varie fasi e le loro caratteristiche e imparare ad usare i doni che ogni fase ci regala.
Inoltre sono suggeriti esercizi e meditazioni per imparare ad affinare le nostre capacità medianiche e spirituali perchè ogni donna è una sciamana, una sacerdotessa e una sapiente, solo che l'abbiamo del tutto dimenticato.
Approposito di donne: quest'anno parteciperò alla Benedizione Mondiale del Grembo che si terrà in tutto il mondo sabato 21 maggio.


La benedizione sarà presso la mia scuola di naturopatia ma in ogni città organizzano qualcosa. Se vi va di vivere un'esperienza diversa e riscoprire la vostra natura femminile informatevi sul web. Troverete senz'altro qualcosa.
Per il momento vi abbraccio e... W le donne!!!
Un bacio

Francesca